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Ci sono modi diversi, ma a volte accade che il mare ti entri dentro. Ad alcuni pare da subito congeniale, o perchè si nasce "gente di mare" perchè figli di marinai o pescatori, o perchè avviati all'Optimist fin da ragazzini. Ad alcuni invece accade che si tratti di un vero e proprio colpo di fulmine. Avevo guardato il mare per oltre 20 anni della mia vita, dalla spiaggia o poco più in là. Un giorno all'Isola d'Elba, per vincere la rilassante routine delle ferie estive, ho raggiunto una spiaggia dove un bagnino rasta, del quale non ricordo il nome, ma che non ringrazierò mai abbastanza, mi ha introdotto ai rudimenti della navigazione a vela con un Alpa 5,50, semicabinato a deriva mobile, poco più di una deriva abbondante. Da quella vacanza sono tornato diverso, sicuramente più ricco. Avevo il mare dentro. Lo stupore del sentire la barca prendere il vento e correre sull'acqua nel silenzio più assoluto, spinta da una forza naturale ma per noi "automobilisti" inspiegabilmente a costo ed emissioni zero, è un emozione che non mi ha più abbandonato. Da allora la mia vita è cambiata. Non un solo giorno è passato senza che pensassi al mare, alle barche ed alla navigazione. Così ho letto quasi tutto quello che si trova in libreria e su internet sul mare, la navigazione e l'autocostruzione. Così un giorno decisi di costruire una barca. Piccola, leggera, ma abbastanza grande da contenere un sogno.