mercoledì 9 aprile 2008

Nomenclature

Un buon velista si riconosce anche prima di scendere in acqua, e questo è possibile già sentendo pronunciargli i numerosi specifici nomi degli elementi che compongono una barca:
1 SCAFO, che si suddivide in parte anteriore, PRUA, e posteriore, POPPA, e fianchi chiamati MURE.
2 OPERA, che si divide in morta e viva: rispettivamente la parte non immersa nell'acqua e quella immersa.
3 POZZETTO, parte della coperta dove lavora l'equipaggio.
4 COPERTA, superficie calpestabile dell'imbarcazione.
5 ALBERO, lungo tubolare in acciaio o carbonio, di sviluppo verticale, ove è collegato il boma.
6 BOMA, agganciato all'albero ad un'estremità, è la parte mobile che permette il cambio di mure durante una virata o abbattuta, su cui è agganciata la base della randa.
7 RANDA, vela principale
8 FIOCCO, vela secondaria dell'imbarcazione che è situata in prua.
9 SCOTTE, nome marinaresco delle corde, termine cui è vivamente sconsigliato l'uso durante la navigazione, previa propria caduta in mare sollecitata dallo stesso skipper. Servono a controllare il livello di tesatura delle vele.
10 CIME, nome non nobile come quello di scotta, dato a quelle "corde" di secondaria importanza.
11 TIMONE, strumento attraverso la quale si porta la barca alla poggia (destra) o all'orza (sinistra).
12 DERIVA, protuberanza fissa o mobile, posta sotto la chiglia dell'imbarcazione, che trasforma il movimento trasversale del vento sulle vele, in moto d'avanzamento.

Andature

Una barca a vela per poter navigare ha bisogno della forza del vento sulle vele. Essa può posizionarsi a varie angolature rispetto alla direzione del vento, in base alla rotta che decide di tenere. Prima di illustrare le andature portanti, è consuetudine di un istruttore avvertire il proprio allievo dell'esistenza di un "cono d'ombra" che, per le barche, è di un centinaio di gradi e corrisponde appunto alla direzione del vento. Le barche da regata più performanti possono stringere di molto la direzione del vento senza perdere velocità (circa 70°).
L'andatura schematizzata in teoria a 45° dal vento è la cosiddetta bolina stretta. Si raggiunge quando una barca è al limite del controvento; tuttavia il vento continua a fare pressione sulla superficie velica.
A 60° dalla direzione di provenienza del vento, si passa alla bolina larga dove si "lascano" (lasciano) le scotte per gonfiare le vele.
A 90° sulla perpendicolare del vento si ha il traverso.
A 120° il lasco.
A 150° il granlasco.
A 180° l'andatura di poppa o fil di ruota.
Durante l'andatura di bolina, le vele "portano" anche grazie ad un fenomeno chiamato vento apparente

Derive

Le derive come già citato precedentemente sono delle piccole barche da diporto di una lunghezza variabile tra i 2 e i 6 metri. Queste si suddividono poi, in due grandi categorie quelle da regata o più semplicemente da diporto o passeggiata nautica (spesso semicabinati). Le prime vengono in seguito dichiarate classi olimpiche e non, dalla Federazione Italiana Vela, (FIV) in Italia, da altri enti all'estero. Con il termine "Classe" è inteso uno specifico modello d'imbarcazione (Classe Optimist,Laser,420 ecc.) che oltre ad avere il nome di progetto è dotato di simbolo di riconoscimento, normalmente stampato sulla randa, vicino l'angolo di penna (Es. Optimist= O con una I intersecata, Snipe= un beccaccino, Star= una stella e così via). Normalmente, subito sotto questo simbolo, sono ubicati i numeri velici (da considerarsi come la targa dell'imbarcazione), che consentono l'identificazione di una, tra molte dello uno stesso tipo.

Barca a vela

La barca a vela è un tipo di imbarcazione la cui propulsione è affidata prioritariamente allo sfruttamento del vento e in cui il motore riveste solo un'azione di supporto specialmente nelle manovre in porto. La vecchia legislazione definiva imbarcazione a vela con motore ausiliario le unità da diporto munite di motore (entro o fuori bordo) con potenza espressa in cv. inferiore al 50% della superficie velica misurata in mq (Es. superficie velica 80 mq, potenza massima 40 cv.).
Le unità con potenza maggiore sono definite motorsailer, questo tipo di imbarcazione affidano alle vele un ruolo secondario.

Una barca a vela si compone di numerose parti.Tra le principali: 1 - randa 2 - fiocco 3 - spinnaker 4 - scafo 5 - deriva 6 - timone 7 - skeg 8 - albero 9 - crocette 10 - sartie 11 - scotta della randa 12 - boma 13 - albero 14 - tangone 15 - paterazzo 16 - strallo 17 - vang
Le barche a vela si possono distinguere in "derive", vale a dire piccole barche, normalmente sotto i 5-6 metri, non abitabili, senza motore, destinate ad un uso sportivo o a brevi escursioni e "barche a chiglia" ovvero barche dotate di una chiglia appesantita (o bulbo) ed in genere attrezzate per una permanenza più lunga (ad esempio con spazi per cucinare, dormire, bagni, ecc.) e navigazioni a più ampio raggio.
Le barche a vela possono essere monoscafo o multiscafo. Se a due scafi vengono definite catamarani, se a tre scafi trimarani.

BOMA

Il boma (1.), in linguaggio nautico, è una parte dell'attrezzatura velica, costituita da una trave in alluminio, legno o fibra di carbonio che sostiene la base della randa. Il boma è fissato all'albero tramite uno snodo detto trozza (3.) che consente al boma di modificare il suo orientamento rispetto all'albero. Al boma possono essere collegati diversi circuiti di regolazione delle vele:
Il tesabase (o base) che viene fissato all'angolo di scotta della vela e regola la tensione della base della randa.
La scotta (2.), che di norma collega un punto del boma ad un ancoraggio solido della coperta, regola l'apertura del boma e della vela fissata su di esso rispetto all'asse longitudinale della barca.
Il vang (4.), un paranco regolabile che consente di regolare l'inclinazione verticale del boma, modificando la forma della vela.
Le borose, una o più cime che consentono di ridurre la dimensione della vela, ovvero terzarolare.

APRS lasciare la traccia in mare

Chi va per mare avrà senz'altro sentito l'esigenza di informare qualcuno a terra della propria rotta e delle località che intende toccare durante la navigazione. Sapere che qualcuno segue il nostro percorso e verifica l'arrivo nei porti, è una sicurezza che aggiunge piacere alla nostra navigazione. Sino a qualche tempo fa i sistemi di tracciamento satellitare erano complessi e costosi, adesso è disponibile un'alternativa per i diportisti, si chiama APRS ed è bene dirlo subito, per il suo utilizzo è richiesta la Patente Radiomatoriale, conseguibile presso qualunque Circolo Territoriale delle Telecomunicazioni, dietro apposito esame. In pratica anzichè impiegare un costoso sistema satellitare, viene impiegato un semplice trasmettitore VHF che alla frequenza di 144.800 Mhz, trasmette ad intervalli regolari il proprio nominativo radio (callsign) e la posizione lat. e long. prelevata dall'uscita NMEA del nostro GPS di bordo. Una rete di ponti radio distribuita in tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo ed oltre, interfaccia il nostro segnale ricevuto con il sistema cartografico di google (http://aprs.fi) il quale essendo accessibile da Internet, consente a parenti ed amici di visualizzare la vostra posizione in un dato momento della vostra navigazione. Il limite imposto da questo sistema è quello della copertura radio VHF, limite comunque relativo nel caso di navigazioni costiere o che comunque prevedano almeno una tappa giornaliera in vista della costa. Altra applicazione del APRS è quella di verificare la posizione della propria imbarcazione quando si trova all'ormeggio e noi siamo (purtroppo) a qualche centinaio di chilometri da lei magari in ufficio. Attualmente si trova allo studio un alternativa al VHF che porterà l'APRS ad impiegare radio HF di portata decisamente superiore e capaci di comunicazioni anche durante le traversate atlantiche.

martedì 29 gennaio 2008

Imbarco gratuito con discriminazione

PATENTE NAUTICA 190 EURO WWW.LAPATENTENAUTICA.IT

Tutti gli appassionati di vela e di mare che non possono permettersi una vita da manager imbarcati sul loro yacht lavorando in videoconferenza, ricorrono a tutti gli espiedenti pur di trascorrere una giornata in mare. Così sovente ci si trova a scorrere gli annunci di riviste del settore nella speranza di leggere la fatidica coppia di parola: " imbarco gratuito". Alla soddisfazione di individuare tra gli annunci questa magica combinazione di vocaboli, segue immediatamente la delusione, quando nel testo rileviamo che l'offerta d'imbarco è rivolta unicamente al gentil sesso e non agli uomini. Sul momento penso si tratti di una coincidenza, ma scorrendo altri annunci scopro che si tratta di una costante. Le offerte di imbarco gratuito sono rivolte unicamente alle donne. Sarà forse merito del fatto che a bordo una cuoca è sempre molto apprezzata, sarà per l'atavica storiella del rincorrere la propria "costola" fatto sta che l'uomo amante del mare...resta a terra.

Invito tutti gli armatori di piccole e grandi imbarcazioni, che cercano compagni per le loro navigazioni, a lasciare l'opportunità di andar per mare a tutte le persone senza alcun tipo di discriminazione. I fortunati che possiedono una barca hanno infatti a loro disposizione una inesauribile sorgente di appagamento fondamentale per ogni amante del mare. Confinare la magia della vela ad un paio di tette ( per quanto carine) è decisamente riduttivo e tra l'altro le donne amanti della vela saranno più propense ad imbarcarsi con l'armatore che avrà proposto un anununci non così sfacciatamente di parte.